giovedì 25 agosto 2011

TAPPA 15 USED - SIGUENZA

Dice un antico adagio spagnolo: dopo un Sierra c’è sempre un’altra Sierra. Se la Spagna è fatta a scale i ciclo pellegrini le salgono sempre. La tappa 15 si presenta come un semplice trasferimento di 130 km da used a siguenza, una bazzecola  confronto alla tappa precedente e a quello che ci attende per l’arrivo finale. Ma come sempre le previsioni si ribaltano con una semplicità disarmante. Da used la strada procede dolcemente in quota e in lontananza un ameno profilo di sterminati campi eolici allietano i nostri primi km. Nel gruppo una domanda silenziosa serpeggia tra i caschi: A che pro così tante pale eoliche se qui non tira un filo di vento??
La risposta arriva tremenda e assassina prima del previsto. Dopo circa 40 km si leva una brezza, la brezza diventa soffio, il soffio diventa folata, la folata diventa vento contrario costante. Un’esperienza degna dei peggiori incubi: le salite diventano pareti, in discesa si sta praticamente fermi e in piano sembra di aver attaccato la retro. I km non passano più e la tappa si trasforma in un esodo.
Ecco il resoconto delle vittime.
Primo fra tutti Torpedone Notari che alla prima brezza capisce l’andazzo della tappa e si autodistrugge la catena; piangendo lacrime di coccodrillo si rifugia in Volvo e nella ricerca di un meccanico trascorre la giornata in compagnia di Cicloboard Boschini tra ristoranti spagnoli, pennichelle sul fiume e una full immersion nel mondo del motomondiale e degli iperbolli (un problema più serio di quel che immaginate).
Emulo del fratello anche il tubolare ovale tenta di disarcionarsi ma invece della catena centra la camera d’aria e i meccanici di corsa lo rimettono in sesto; la conseguenza è che il gruppo viene ritardato di una mezz’ora buona con scene di quasi-isterismo.
Il vento non molla e i contakilometri scendono sotto lo zero, Mietitrebbia Cagnolati e il Ministro mostrano i primi segni di cedimento e vengono scortati dai compagni fino alla sosta. C’è chi giura anche di aver visto la leggera Fagiana spiccare davvero il volo presa da una folata improvvisa.
Dopo un pranzo alla randa del sole il vento cala e Notari prontamente torna in sella. Gli ultimi km sono una discesa vera fino a Siguenza e qui parte la ormai classica fuga. È una sfida a due tra Cagnolati e Zanichelli, ma la conclusione è tragica. A meno di 50 metri dal traguardo (!!) cagnolati è davanti lanciato con Zanichelli in scia pronto alla zampata quando un boato eccheggia nella valle. È la camera d’aria del principe delle salite che si sfalda disarcionando il corridore: è caduta. Il contatto con l’asfalto è micidiale, Zanichelli è ricoperto di escoriazioni e sanguinante in più punti, ma valorosamente si alza ed è lui stesso a dover tranquillizzare i compagni, in particolare il terrorizzato boschini. Qui si vedono i valori dello sport: la tappa viene annullata in memoria del caduto; l’unico contrario e Mototreno Gambetti che indifferenta all’accaduto aveva tagliato in solitario il traguardo. Zanichelli stava per essere incoronato da principe delle salite a re delle discese, ma la sorte gli è stata avversa: salterà l’ultima tappa, arrivo in ammiraglia per lui.
L’accoglienza di Siguenza è delle migliori: camere con bagno, letti a castello e festa del paese inclusa, una sorta di carnevale con tanto di parata. Ma alla sera si va a letto presto, ormai Madrid è a un passo!

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